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mercoledì 13 aprile 2016

Merito all'inventiva


Per una volta il servizio pubblico fornito dalla RAI ha sortito un effetto molto positivo, ho scoperto una realtà imprenditoriale di tutto rispetto. TOO Italy è la bottega artigiana 2.0, unisce la capacità manuale, la personalizzazione e l'innovazione dei materiali in un solo prodotto, la borsa.
Un accessorio amato dalle donne, apprezzato dagli uomini, un pezzo che esprime l'essenza della personalità di ognuno di noi. C'è chi preferisce la tote bag, dove ci puoi riporre tutto il mondo comodamente, chi lo zainetto, per avere la comodità del movimento, chi la borsetta piccola, essenziale, pratica e trendy.
Bhè, TOO Italy propone una vastissima gamma di tipologie di borse per soddisfare tutti i gusti, anche quelli più esigenti e coscienti. Sì, perchè le borse utilizzano materiali inusuali e eco-compatibili, PVC, Gore-tex, Sued, il mondo della moda si sta accorgendo solo ora della potenzialità di questi materiali.

Innovazione e artigianalità completamente Made in Italy!
Collezione P/E 2016 TOO Italy
Infatti, tutti i processi, dalla ricerca dei materiali, al design, alla realizzazione sono interamente ad opera di tre ragazzi ingegnosi e visionari che si sono imbarcati in questa avventura tutta all'insegna della moda e dell'estetica nel 2011.
Alessia, Giovanna e Ciro, dopo un inizio con i fiocchi ad AltaRoma e presso la Camera di Commercio di Dallas, hanno deciso di spostarsi ad Orvieto. Qui sono stati accolti con entusiasmo sia dai turisti sia dai "locali", che non hanno saputo resistere al richiamo dell'innovazione delle borse. 
Giovanna Gentili, Ciro Schiaroli, Alessia Stendardo,
il team di TOO Italy


Insieme racchiudono l'eccellenza italiana, Alessia e Giovanna provengono dal mondo del design, mentre Ciro mette a disposizione l'esperienza internazionale nel campo commerciale, codificando così una formula vincente che sta portando TOO Italy sul palcoscenico internazionale della moda.
Dopo solo 5 anni dall'apertura del primo lab romano, TOO Italy conta oltre 70 punti vendita conquistando quasi tutte le regioni italiane. Questa accoglienza trasversale e benevola del mercato, dà la spinta essenziale per il prossimo passo, espandersi verso i mercati stranieri, operazione certo complessa ma per la quale questi giovani artisti hanno tutte le carte in regola.


La loro filosofia abbraccia la trasformazione del materiale che viene scorporato della sua natura e a cui viene conferito un altro scopo più idealistico e di maggiore impatto estetico. Infatti, i loro punti di forza sono anche le caratteristiche che li fanno spiccare, differenziandoli da altri brand e designer. 
Collezione P/E 2014 TOO Italy
Prima di tutto i materiali, innovativi, impensabili e, potremmo dire, quasi fuori luogo in un armadio, ma che invece lo arricchiscono con la loro semplicità e look industriale. Certo, il PVC pone sfide e problematiche che il team ha dovuto padroneggiare e risolvere, ma di sicuro il risultato lascia a bocca aperta, per la sua grazia e per la sua innovazione. Le rifiniture sono degne delle borse di pelle, il design semplice, chic, e adatte a tutti gli stili di vita. 
TOO Italy Lab, Orvieto

Altro punto di forza è l'artigianalità, l'essere una bottega inventiva e flessibile, che riesce a rispondere alle variazioni di mercato, purtroppo in questo periodo un po' invalidanti per far fiorire un'attività. Grazie a delle politiche commerciali adattabili, TOO Italy riesce a garantire flessibilità e qualità alla produzione. Tutti i  materiali sono 100% italiani, dal PVC ai tessuti che impreziosiscono i modelli. Una produzione partita all'insegna del riciclo, con una politica di comprare scampoli e materiali di fine produzione, per dare l'agilità necessaria ad una start up di questo genere.

La forza sta anche nei prezzi competitivi, infatti le borse, piccoli gioielli di architettura e design, sono più che accessibili, anche in tempi per noi amanti della moda non proprio floridi. 


Inventiva e coraggio sono la chiave di TOO Italy, che per questo si rivolge a persone che amano non prendersi troppo sul serio, che preferiscono l'originalità alla marchiatura delle griffe, che prendono la vita con coraggio e allegria.
TOO Italy è una bellissimo esempio dell'italico ingegno, partito come un progetto universitario, nutrito dalle numerose richieste di colleghi e amici, è arrivato ad essere una perla nel panorama artigianale italiano, dimostrando quanta voglia e preparazione ci sono nei nostri giovani.

Qui potete trovare il loro sito, TOO Italy, che sicuramente vi catturerà sia grazie alla bellezza delle borse sia grazie all'estetica delicata delle foto, capace di rapirvi e farvi innamorare dei loro prodotti. 
Se avete modo di farvi una passeggiata ad Orvieto, vi consiglio di dare personalmente un'occhiata al loro atelier/laboratorio; se invece siete impazienti di avere un pezzo di futuro nel vostro armadio, nel sito potete trovare una parte dedicata all'e-shopping.

Cosa aspettate?!?
Too beautiful, TOO Italy

Al prossimo incontro,
Eleonora



mercoledì 2 marzo 2016

Togli un medico di torno


Oggi basta una ricerca, più o meno approfondita, su internet o sull'oracolo Wikipedia, e possiamo snocciolare termini tecnici degni di un primario e diagnosticare le più improbabili e mortali malattie che rispecchiano la lista di sintomi che annotiamo da tempo immemore.
Un dottore esperto potrebbe dirti semplicemente che quella malattia incurabile è rara, che non rispecchia in nessun modo il tuo quadro clinico, ma tu, previdente, hai già richiesto i preventivi ad almeno tre pompe funebri.
Certo è, che dopo l'ultima riforma del governo in fatto di sanità, il popolo italiano sarà diviso tra chi è ormai esperto nell'autodiagnosi ( e auto-estrema-unzione :)) e chi invece, poverini, saranno persi perchè sempre fedeli al medico e all'ospedale.

Ormai la sanità e le figure professionali sono state denigrate dagli scandali, dalle mazzette ai favoritismi, dalla casta ai casi di morti inspiegabili. Secondo lo Stato, il sistema sanitario nazionale è complice del depauperamento delle casse statali. Purtroppo, non sarà ridurre gli esami gratuiti o cacciare pazienti ricoverati dopo due giorni, ma dovrebbe essere riformato sia il sistema stesso che la mentalità dei pazienti italiani, divoratori di esami e intasatori di pronto soccorso.


Sebbene l'abitudine italiana ci costringe a rinnegare i nostri successi e di portare in gloria il savoir-faire di altre nazioni, come la Germania, secondo Bloomberg, si presenta una situazione tutt'altro che negativa per il nostro SSN classificato 3°, dopo solo Singapore e Hong Kong.
La classifica, Most Efficient Health Care 2014, prende in considerazione unicamente paesi con almeno cinque milioni di abitanti, PIL pro capite sopra i 5.000 dollari e aspettativa di vita sopra i 70 anni, raccogliendo dati dalla World Bank, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Basta incolpare i sistemi che non funzionano, molte delle cose italiane ci sono invidiate da tutto il mondo, il nostro sistema scolastico è uno dei migliori del mondo, il nostro sistema pensionistico non è affatto tra i peggiori, il nostro sistema sanitario è effettivamente uno dei migliori in Europa e nel mondo. 

Il problema è la mentalità del popolo e dei governanti. Tanto la scuola è gratis, quindi distruggo i banchi, o meglio non permetto l'accensione dei riscaldamenti, costringendo a seguire le lezioni con i cappotti; l' INPS è andata avanti anni perpetrando truffe o quantomeno una governance poco chiara, che sta scoppiando a causa di baby pensionati, false reversibilità e stipendi e buone uscite per i propri direttori; il sistema sanitario è oberato da spese inutili e sprechi, sia da parte delle amministrazioni, poco oculate o nei peggiori dei casi corrotte o implicate in caso di concussione, sia da parte degli utilizzatori che, seguendo varie mode in fatto di esami diagnostici, impallano gli ospedali e gli studi medici per sottoporsi ad esami costosi e in alcuni casi dannosi.

Passiamo a dare un'occhiata alla classifica, per tirare su l'italico orgoglio e spirito!

Fonte: The Most Efficient Health Care Systems In The World, The Huffington Post, online, 2013
La Francia viene all'8° posto, mentre il Regno Unito al 10°, la ligia Germania al 23°, Grecia al 24°, gli Stati Uniti al 44°.

Anche se questa classifica è molto favorevole nei confronti dell'Italia, non bisogna dimenticarsi che i professionisti sanitari sono prima di tutto pigri. Pigri è il termine corretto per quella categoria di persone che, seppure fondamentali nell'ordine di uno Stato avanzato, non è riuscita e non riesce ad attivare un processo di auto-regolazione e autopoiesi , cioè un sistema vivo e capace sistema di ridefinire continuamente se stesso, procedendo alla elaborazione di protocolli di appropriatezza, a sfoltire le numerose prestazioni inutili o obsolete; nè mai è riuscita o riesce a semplificare il sistema organizzativo nel timore di perdere funzioni e incarichi (Polillo R., C’era una volta la “buona” medicina: vecchi e nuovi paradigmi, 2016). Infatti, l'intera categoria si è prostrata alle limitazioni imposte da organi esterni, che sicuramente poco sanno del funzionamento corretto di una visita ambulatoriale o di un'operazione chirurgica. il ministero è andato a praticare tagli orizzontali, aspecifici e alla ceca, consegnando agli italiani un sistema rallentato e ai professionisti un sistema ormai non più centrato all'ars curandi ma alla medicina preventiva, cioè sono o no a rischio di denuncia?

Il taylorismo medico è continuato dilagante tra le corsie, i medici desiderano con tutto il cuore la procedura standard senza complicazioni, che con il minor numero di operazioni e il minor tempo possa risolversi (Polillo R., C’era una volta la “buona” medicina: vecchi e nuovi paradigmi, 2016). Credo che chiunque abbia usufruito del SSN si sia sentito solo un numero, una cavia stesa sul lettino. La depersonalizzazione del paziente è la causa primaria dell'inefficienza che tutti percepiscono. Il prossimo step della medicina sarà proprio tornare alle origini, curare la persona, e non debellare la malattia.

"È possibile che tra uno o due decenni i trattamenti non saranno più indirizzati solo alla malattia, ma anche al singolo paziente... Perché se sviluppiamo la medicina di precisione nel modo corretto, le possibilità di realizzare cure migliori sono praticamente infinite"
Barack Obama, Popular Science, 2016


Pioniere delle parole del presidente americano è stato senza dubbio Rudolf Steiner, fermo credente della concezione unitaria, razionale e inevitabile di fisiologia, patologia e terapia. Secondo Steiner, la malattia è il modo del corpo e dell'anima di rendere visibile e di spingere all'azione per cambiare la vita e risolvere quel nodo esistenziale che ci ha portato ad ammalarci. La tripartizione fisiologica deve risultare equilibrata, la prepotenza di un aspetto sull'altro porterà sicuramente alla malattia, al malessere, alla depressione.
Questo approccio, che pochi di voi conoscono veramente, può essere attaccata dal punto di vista dell'efficacia, al giorno d'oggi il vostro cervello non riesce ancora a credere alle frequenze omeopatiche, ma esulta della scoperta delle onde gravitazionali, urge esame di coscienza e di intelligenza!

Non basta più definire la malattia come "deviazione statistica dalla media" o come la mancanza di uno "stato di benessere psico-fisico", troppo vago e insoddisfacente per afferrare la concreta realtà della singola condizione patologica (http://www.rudolfsteiner.it/la_vita/medicina.php).
La malattia non è un evento anomalo che colpisce l'uomo dall'esterno, ma è sempre presente al suo interno. Ma bisogna capire che anche la guarigione non può venir indotta semplicemente dall'esterno, ma che è a sua volta una potenzialità intrinseca.
La salute è il risultato del raggiunto equilibrio fra le due forze polarmente contrapposte, sempre presenti all'interno dell'uomo: forze distruttive di malattia da un lato e forze costruttive di guarigione dall'altro lato. Per questo la salute va curata e mantenuta, conquistata passo passo, crescendo spiritualmente e umanamente. 


La pigrizia, l'intromissione statale o privata che dir si voglia, la focalizzazione sulla malattia hanno portato la medicina ad essere un mero strumento amministrativo, con pratiche burocratiche. Quando la classe politica e i professionisti sanitari capiranno che non è importante tanto creare un sistema a due velocità, come va tanto di moda parlare ultimamente, ma assestare e migliorare il sistema che già esiste. Puntare sull'umanità e sull'etica, piuttosto che sui divieti e penalizzazioni. Puntare sui giovani laureati, sperando che possano essere più aperti e più vogliosi di cambiare l'attuale stato delle cose.
Puntare sul buon senso delle persone, che per un una semplice otite arrivano a richiedere anche mezzo minacce esami e medicinali inutili, magari vi siete semplicemente stufati di stare a sentire il vostro partner.
Quindi consiglio a tutti di leggere Steiner, Scienza dello spirito e medicina, e di farvi un bel weekend!
Inoltre, vi consiglio caldamente di rimanere in salute o di adottare o farvi adottare da un dottore, primo requisito, sine qua non, competente.

Al prossimo incontro,
Eleonora








mercoledì 17 febbraio 2016

O pensione che si fugge tuttavia


Noi vediamo i vecchietti, e, almeno personalmente, sembrano tante tartarughe, e mai ci soffermiamo a pensare che tra 20,30 o 40 anni noi diventeremo come loro. Una vita di sacrifici, tanto lavoro, con la voglia di godersi la meritata pensione e un po' di tempo libero. Ecco, oggi la pensione non rappresenta più quell'isola felice capace di allontanare le nuvole nere di un'esistenza , ma è lei stessa un tornado forza 4 che spazza via tanti progetti.

In un mondo che invecchia e l'aspettativa di vita è sempre più ottimistica, sono tanti i governi che hanno deciso di riformare e modernizzare i sistemi pensionistici.
Secondo il report dell' OECD (2015),  i progressi sono tangibili ed efficaci, molte nazioni, infatti, hanno aumentato l'età del pensionamento, portandola oltre i 65 anni, qualcuno a 67, altri addirittura a 70. Logicamente, nessuno è felice di andare in pensione ad un'età così avanzata, ma i politici e i riformatori sono sicuri che, seppur in età avanzata, potremo goderci tanti anni da pensionati, grazie ad un'aspettativa d vita crescente.
Ci sono due punti di vista, quelli che vedono la pensione come un traguardo semi-raggiungibile e quelli che la vedono con il cannocchiale. In Italia, chi è prossimo alla pensione, a seguito delle molteplici riforme, vede slittare in avanti l'età di pensionamento, ritrovandosi come un vecchio Achille che gareggia con la tartaruga. Mentre, per i giovani, colpiti in gravissimo modo dalla crisi di questo millennio, a causa della disoccupazione e contratti anomali, la pensione arriverà, forse, tanto tanto in là.
La crisi ha messo in ginocchio oltre che i pensionati anche le pensioni stesse. Gli interessi bassi, dovuti sia da un senso di prudenza sia dalla crescita frenata dei mercati, rendono difficile avere un ritorno sufficiente e necessario per mantenere i livelli adeguati di guadagno, sia per i pensionati sia per le casse previdenziali.

I sistemi pensionistici di tutto il mondo si trovano ad affrontare così due fattori essenziali per calibrare e organizzare gli investimenti necessari.
  • Il rischio della longevità, eh sì è un rischio per i fondi pensionistici, è il rischio più grande sia in termini economici che sociali, in quanto la popolazione vive più a lungo dei risparmi accumulati, questa differenza dovrà essere colmata dalle generazioni future o dai governi. Per ridurre l'impatto del rischio di longevità, una regola generale è quella di alzare la soglia del pensionamento, in modo da bilanciare gli anni in pensione con gli anni effettivamente lavorati. Questa strategia è messa in atto da Australia, Germania, Giappone e Regno Unito.
    fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015
  • La sicurezza finanziaria dei fondi è un punto critico per assicurare ai pensionati una stabilità economica, ed è o dovrà per forza diventare un focus politico di primaria importanza. La sicurezza finanziaria è data da due fattori, uno è il livello di asset detenuti dai fondi pensione, e l'altro è il debito pubblico. Gli asset finanziari sono accumulati per garantire i benefit pensionistici e sono i contributori principali della sostenibilità di lungo periodo delle pensioni. D'altra parte, il debito nazionale è un'approssimazione della capacità dei governi di far fronte a pensioni non coperte nel futuro


fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015

Questo grafico indica, in termini percentuali di Pil, i livelli dei fondi messi da parte dai governi per pagare le prossime pensioni. Più la percentuale è alta più il sistema pensionistico è sostenibile nel lungo periodo e può affrontare anche rischi non calcolati o cambiamenti demografici repentini.
Come vediamo, a livello mondiale, l'Italia è sicuramente lontana anni luce dall'avanguardia pensionistica delle nazioni più progredite, come Danimarca, Paesi Bassi e Svizzera.

Il report Melbourne Mercer Global Pension Index (2015) analizza e classifica i sistemi pensionistici in base a tre criteri, adeguatezza (benefici, risparmi, crescita degli asset), integrità (normativa, governance del rischio, livello di fiducia dei cittadini), e sostenibilità (adesione a schemi  complementari, aspetti demografici e macroeconomici).
fonte: Melbourne Mercer Global Pension Index Infographic, 2015

L'Italia totalizza dei buoni risultati nei punti di adeguatezza e integrità, anche se sensibilmente inferiori alla prima della classe Danimarca, mentre per quanto riguarda la sostenibilità è uno dei paesi più arretrati, dove la previdenza privata e schemi complementari sono ancora poco diffusi ed utilizzati.
Il sistema pensionistico italiano è sempre più insostenibile anche dal punto di vista economico, l'Italia ha speso tra il 2010 e il 2015 il 15,7% del Pil nazionale, precisamente il doppio rispetto agli altri paesi europei, cioè l'8,4%.
Per migliorare, l'Italia dovrebbe aumentare il livello di contribuzione, aumentare il tasso di partecipazione dei lavoratori di età tra 55-64, una fascia spesso sotto-valorizzata, rendere meno disponibili i benefici prima del pensionamento e ridurre il debito pubblico.
Ora più che mai bisogna adottare un piano coordinato, o come vorrebbe Steiner, un'azione triarticolata che agisca su più piani e livelli, una coordinazione coerente del mercato del lavoro, delle pensioni, delle strutture finanziare e della società. Così facendo, si assicura un'ottima qualità di vita per godersi i risparmi di una vita.

Anche a livello sociale bisogna evolversi e rendersi conto che la pensione non decreta la fine dell'uomo, ma è solo una parte, si spera piacevole, dove coltivare interessi e rimanere attivi ed integrati nella società.
Invece, sempre più si assiste all'occultamento degli anziani, ormai ritenuti economicamente svantaggiosi, in quanto non più produttori di reddito e consumatori ridotti.

Un bellissimo film, che consiglio a tutti, è Quartet, diretto da Dustin Hoffman, si incentra nella vita di una casa di riposo per musicisti. E' interessante vedere come l'interazione con il pubblico e la voglia di fare ciò che si ama riaccenda la scintilla negli occhi di questi scontrosi, volatili e particolari vecchi signori.

Integrare la parte anziana della nostra società ci permette sicuramente di far tesoro di consigli e "dritte" sulla vita, senza le quali ci risulta più difficile vivere.



"Nella gioventù raccogliamo conoscenze, facciamo esperienze di vita, nutriamo speranze che solo più tardi possiamo valorizzare. Più ci avviciniamo alla vecchiaia e più cominciamo ad amare la saggezza della vita"

R. Steiner, L'Amore e il suo significato nel mondo, 1912

Non bisogna rinnegare la vecchiaia, ma arrivarci in salute, ancora pieni di speranza, e speriamo anche con una buona pensione.

Al prossimo incontro,
Eleonora